arcobaleni invisibili
Un cestino di paglia multicolore, finemente
intrecciata, occhieggia tra vasetti di confettura e centrini, disposti su un
minuscolo tavolo circondato da artigianali locandine. Sebbene sovrastato da
altre opulente bancarelle, quel cestino spicca ai miei occhi come il cielo di
Addis Abeba.
Cosa ci fa quell’oggetto di tradizione
etiope in questo paesino marchigiano, famoso per la Vernaccia e che oggi
celebra le sue uve e le sue cantine?
La mia sorpresa è presto soddisfatta da
Vincenza che mi racconta come quella bancarella sia una delle tante iniziative da
lei ha realizzate in favore di alcuni villaggi etiopi, dove ha finanziato ben
quattro scuole nella regione di Soddo, mi racconta della sua nostalgia per gli
amici di giù e ci lasciamo con la promessa di incontrarci ad Addis Abeba.
Trascorrono
i mesi… una copiosa nevicata si abbatte sull’Italia e sono davvero incerta
sulla possibilità di tornare nel “Nuovo fiore” … infine mi decido per la
partenza e un clima primaverile, lievemente ventilato ci accoglie.
Sintonizziamo i cellulari sulla rete etiope
e subito prendono a squillare. “Hello?” … no … “Pronto! Sono Vincenza …” Che
emozione!
Lei, Padre Gianni, Aklilu e tutti gli altri
amici marchigiani sono rientrati da Soddo e sono in procinto di rientrare in
Italia.
Ci diamo convegno al ristorante indiano e lì “l’arcobaleno invisibile” si
materializza tra abbracci, risate, lacrime di gioia e commozione.
Ho conosciuto Aklilu e ho visitato la scuola di Sodo, un'esperienza magnifica che mi ha fatto toccare con mano l'impegno quotidiano di queste persone per migliorare la vita di tanti ragazzi. Se vuoi vedere qualche foto, ecco il post sulla nostra visita http://ferengiaddis.wordpress.com/2012/01/20/sodo-e-la-scuola-femminile-di-konto/
RispondiEliminaLaura